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Il gioco dei potenti - 1965-66

autore: William Shakespeare
traduzione: Cesare Vico Lodovici
regia: Giorgio Strehler
scene: Giorgio Strehler, Carlo Tommasi
costumi: Enrico Job, Giorgio Strehler
musiche: Fiorenzo Carpi
maschere: Donato Sartori
    


Appunti di regia per Il gioco dei potenti

Gli appunti in realtà non sono relativi alla prima edizione del Gioco dei potenti del 1965 ma riguardano l’edizione salisburghese del 1973. La riflessione è però sullo spettacolo già fatto e sull'interpretazione postuma del lavoro drammaturgico. Sono stati pubblicati su "Per un teatro umano" di Giorgio Strehler, Milano, Feltrinelli, 1974

 

APPUNTI PER LA REGIA

4 marzo

Rifare il già fatto, tanto tempo fa. Ancora una volta. E non poterlo fare come era.

Non sapere come farlo nuovo e se occorre farlo.

Questa volta il problema è più profondo di sempre, perché il primo Gioco dei potenti nacque come visione onirica, e poi fu un’altra cosa, monca, sulla scena. Ritornare alla visione "onirica"? Troppo onirica? Ma il tempo, in mezzo, che ha superato tutto? Lear che ha superato tutto? Usare delle maschere per: i serventi (neutre-uguali-senza espressione) i soldati (da guerra, con ghigni, stravolte, quasi giapponesi?)

TUTTE UGUALI PERO'?

Quando il padre e il figlio piangono, le maschere cadono, e dietro c’è l’uomo. E i Potenti, in questo caso, anche loro portano maschere o sono sempre mascherati (impossibile) o hanno un trucco anormale che è sempre maschera di potere, crudeltà, assenza…? Sopra un cielo implacabile in alto, che nasconde la plastica del soffitto della Felsenreitschule? Dipinto a nuvole? A sangue (troppo facile). Un cielo-firmamento-con luci o proiettori per stelle costellazioni immobili che guardano? O solo un sistema di proiettori che fanno le stelle e il cielo? I bruti? Illuminare la pedana con i bruti da dove? E come? Un tetto per l’ottagono tenuto su, come? Con corde ai lati come il tetto di un circo? Palco con intorno gli oggetti anche di teatro. Cantano canzoncine. Sui due letti dei morti vengono buttati i teli di canapa e poi due pacchi di tela, trascinati dai servi in tondo uno dietro l’altro, ballonzolanti con i morti dentro. Davanti passa una specie di sipario, tenuto da tre o quattro servi, bianco, rozzo, e davanti a questo dice le parole di congedo re Enrico (tirandosi via il trucco?) mentre i morti fuori dal palco si alzano, escono dai letti e se ne vanno e la luce rompe lo spettacolo. I servitori dei bruti, gli elettricisti, spengono i carboni, scendono dalle scalette a vista, si spengono le costellazioni in alto, servi spazzano la scena, lavano il sangue, serventi riordinano gli oggetti per il tempo successivo. All’inizio l’ottagono è chiuso come una giostra a notte. Il tetto? Si vede questo ottagono di teli. Sostenuto come? da pali? Dentro non si sa cosa c’è. Poi la giostra viene aperta e si vede dentro al centro un altro ottagono più piccolo che è il globo in miniatura…

Fiaccole, lanterne, lumi veri e oscillanti, fuochi, fumo e polvere e spari. Poca musica: sigle sonore, canzoni popolari accompagnate dalla fisarmonica, una cornamusa? E dall’armonica a bocca, la tromba, i tamburi, l’oboe? Percussioni e voci ritmiche per le battaglie, con pianoforti e piastre metalliche. Tre piste immaginarie di un circo immaginario. La centrale è l’ottagono di legno per le azioni principali.

A destra uno spazio nella polvere colorata che viene delimitato dalla luce e da passerelle. A sinistra attorno all’albero un altro spazio. Non sempre ma talvolta si svolgono azioni parallele e integrative.

Altre volte ci sono soste nei due spazi laterali. Talvolta un’azione principale avviene nello spazio-pista a destra o sinistra. a) I bambini uccisi dai soldati (attorno all’albero) b) qualche duello solitario durante le battaglie c) il teatro a S. Albano o il circo con l’orso che balla e il nano da un’altra parte Horner e Pietro che si uccidono da un’altra parte ancora Simpcox che salta a colpi di frusta d) la recita dei comici per il re (Giovanna?)

Durante le battaglie "intorno" all’ottagono si srotola una parete di canapa che circonda il tutto. I combattenti sono rinchiusi. E chi li vede? In duelli singoli devono essere isolati, come pezzi a parte ognuno con una sua diversa terribilità. Assi, tele, trapezi, carta.

6 aprile

i soldati nella guerra e battaglie sono "intercambiabili", cambiano solo i segni della fazione. Cadono morti e o feriti sul palco di legno; poi o sono trascinati fuori dai serventi e buttati giù dal palco nella sabbia, rotolati, o coperti con teli e sacchi e reti e tirati fuori. Appena toccano il terreno si rialzano, si puliscono rapidamente, si scambiano gli emblemi della rosa rossa e bianca, si asciugano il sangue finto sul viso e sulle mani, si calano le maschere di guerra, girano intorno al palco e riprendono le nuove posizioni per un’altra battaglia. La visione è e quella dei burattini sanguinanti che cadono e si rialzano appena tirati i fili, una specie di mascherata ghignante e professionale.

Lo spettacolo deve avere un aspetto provvisorio, un po’ da circo povero, con un re un poco ridicolo, potenti temibili ma pagliacceschi o temibili come le belve. Le belve sono i potenti, giaguari e pesci velenosi giapponesi. Trucchi violenti, bianchi, rossi e viola, con teste strane… Gli attori vivono quando aspettano, o si rivestono o giocano, i bambini cantano o saltano o si siedono a guardare il teatro che si svolge sul palco. Bisogna eliminare il muro metallico e trovare qualche altra cosa. Cosa? Occorrono canzoni per bambini. I bambini giocano durante l’intervallo sul…

8 aprile

Esempio di azione concomitante. Inizio: sulla pedana centrale il funerale di Enrico V – con i nobili in gramaglie. A sinistra (attorno all’albero) i bambini del popolo cantano e giocano: girotondo cavallina, mosca cieca.

A destra: vestizione del re fanciullo Enrico VI, con nutrice e balie, vestizione anche degli altri bambini: uno da cardinale, una da dama nobile ecc. I bambini sono vestiti sotto di bianco: mutandine, calzette, calzerotti, sono piccoli e indifesi. A poco a poco diventano piccoli mostri, piccoli nani vestiti da grandi.

Alla fine della cerimonia centrale, resta solo al centro il Cardinale e parla. I signori coperti di nero sono andati verso destra a prendere il re bambino, così dicasi dei preti. Durante il tragitto o poco dopo tutti mutano colore, da lutto diventano festivi, i piviali da viola e argento diventano bianco e oro, la musica delle campane diventa festosa. Al centro avviene l’incoronazione del re bambino.

A sinistra si prepara Enrico VI grande col suo corteo nuziale, i potenti diventano vecchi e cambiano età.

La storia di Giovanna può avvenire da un lato.

Problema: cosa succede durante la recita al centro?

1° maggio

Il trono del re. E’ chiuso in un baule-armadio, nero, di fibra (come la valigia della corona). Il baule è vecchio con chiusure antiche, un po’ lucido e scrostato. Dentro ha un colore viola, vecchia seta o velluto un po’ stinto, con imbottitura, come una custodia di contrabbasso. Dentro il trono è uno sgabello, tipo circo vecchio, patinato, usato, con un buco nel mezzo per afferrarlo. Ma è sempre ricoperto da un drappo molto ricco trapunto, con strass, paillettes, specchietti e ricami al leoni rampanti in Inghilterra. E’ un poco più alto del normale. (Può anche avere una spalliera con due aste ai lati?)

Quando il drappo viene levato è un oggetto qualsiasi, vecchio e senza importanza. Il trono-sgabello per il trasporto del re viene messo su una passerella e questa viene corredata di due stanghe per alzarla e portarla sulle spalle. Per scendere un servo si inginocchia e gli porge la spalla. Per salire un altro servo gli porge le mani intrecciate come per salire a cavallo. Gli acrobati devono piuttosto essere dei saltatori che dei jongleurs.

Le tende di guerra sono costruite con teli di canapa e i bastoni talvolta sono fortilizi di passerelle di legno, fatte come il gioco delle carte, basta un colpo e tutto casca in un fragore di assi e polvere. Nel finale forse non c’è più la danza dei giovani potenti per la corona.

Riccardo solo al centro della pedana incomincia il suo monologo poi scende o corre arrancando verso il pubblico. Oppure il ballo si svolge attorno all’albero, mentre a destra…(?) Poi risale sull’ottagono e mentre parla i servi incominciano a ricostruire con teli la copertura dell’inizio della prima giornata. Le ultime parole sono detto invisibile, si vede forse solo l’ombra saltellante. La valigia sacrale: Una aligia di fibra nera, con cerniere a scatto, lucida e un poco sfondata, con dentro carta a fiori come nelle valigie dei soldati e delle serve.

Dentro la valigia la corona regale di latta, rutilante, con gemme culo bi bicchiere o nuda, un poco distorta e ammaccata. I serventi portano tutto ciò con estrema serietà e rigore rituale. E’ un oggetto sacro e ciò che contiene ha un valore simbolico altissimo. Chi indossa la corona, cede come se avesse un peso enorme.

La lotta è di vita e morte per una valigia e un simulacro di latta e vetro. Il trono sacrale: Uno sgabello miserabile, antico, incrostato di antico, slavato; che è servito a tutto, in cucina come nelle stalle. Viene ricoperto da un drappo dorato e trapuntato di carta o vetro e messo su una passerella che diventa portantina. Il re viene portato in giro come un papa pagliaccesco alla processione.

23 maggio

Le tre battaglie: possono essere uguali nel materiale gestuale e tecnico. Ma con un diverso alternarsi dello stesso. Deve risultare una specie di "monotonia della guerra", un continuo rifare gli stessi gesti di morte, soprattutto per quanto riguarda i "soldati", cioè i "macellai addetti".

I macellai con grande grembiule di cuoio e lacci, stivali quasi di gomma come quelli delle fogne, elmo "moderno" di metallo lancinante. I "solisti della morte", i potenti, con le armature rituali (quasi samurai), caschi "terribili" con maschere. Le maschere sono o immobili, estatiche, con grandi bocche, senza espressione o "terribili" con ghigni che "fanno paura". 1° scontro aste e scudo 2° scontro spada - sciabola - ascia e scudo 3° scontro spada e pugnale o mazza, punteruolo e coltello (macellai)

25 maggio

I teli nelle battaglie servono a nascondere i duelli personali ad avviluppare i contendenti, a circondarli per "circoscriverli" e isolarli nel loro "scontro" come corde di un ring servono per raccoglierli e trascinarli via, per avvilupparli come in camicie di forza per pazzi, per coprirli come manti funebri. Jack Cade o la tragedia della "classe".

Nessuno come W.Sh. ha scritto per rappresentarla la vera tragedia di una rivoluzione del popolo.

Giorgio Strehler

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